delfico punto it - l'abruzzo e l'abruzzesistica - storia, bibliografia, fotografie, documenti  - a cura di fausto eugeni

www.delfico.it

delficopuntoit - l'abruzzo e l'abruzzesistica

www.delfico.eu




 

Indice dei testi | home page

 

Fedele Romani

Colledara

1. Colledara e il Gran Sasso.

 

torna all'introduzione

2. I nonni

 

Ritratto di Fedele Romani, eseguito da Gianfrancesco Nardi

donato dallo scrittore a Vincenzo Rosati nel 1876

 

Colledara e il Gran Sasso

Colledara è un villaggetto di poche case, posto sopra una delle più verdi e più ridenti colline che allietano la Valle di Monte Corno, o Gran Sasso d' Italia, dal lato che guarda l'Adriatico.

Da quella parte, il Gran Sasso si mostra più magnificamente elevato e superbo. La sua altezza non è grande (2914 m.), se la si paragona, per esempio, a quella delle più ardue cime delle Alpi; ma io non ho mai visto un monte che più faccia pompa della sua statura, e che svegli nell'animo più intensamente il senso della maestà e del sublime. L'altezza di altri monti famosi che io ho veduti, è ordinariamente preparata da molte colline e da potenti contrafforti, per modo che spesso le più ardite cime sembrano a primo sguardo poco elevate e al tutto indegne della loro fama.

Ai piedi del Gran Sasso, invece, dalla parte di Teramo e di Colledara, non si ha un'altezza maggiore di otto o novecento metri. Perciò si possono vedere, al di sopra della breve zona boscosa, circa duemila metri di nudo sasso, di color ferrigno, elevarsi impetuosi verso il cielo. La forma del monte è quasi quella di una mitra episcopale; ma a me non piace di paragonarlo a un oggetto senza vita: egli è vivo, e vede e sente; si leva gigante a capo della Valle, come il signore di essa, e, con l'ardua punta, scopre, dicono, fin la remota riva della Dalmazia.

E par che si alzi sui piedi, e aderga la testa e le spalle per vegliare da lungi sull'antico e glorioso mare d'Italia, o, meglio, per scoprire altri suoi fratelli lontani, soli degni dei suoi sguardi e del suo amore. Sembra a volte di vedergli gonfiare l'immenso petto roccioso dalla soddisfazione intima e piena per il proprio sublime aspetto, per l'aria purissima che gli è dato di godere, e per le mirabili cose che può perennemente scoprire e ammirare. Molti vedono nel suo dentato superbo profilo l'immagine di Napoleone, di quest'anima sublime, che, lasciate le misere forme umane, dov'era imprigionata, erra di vetta in vetta per trovare, nell'eternità delle rocce e dei dirupi, una forma che sia degna d'incarnare tutta la sua inusata grandezza.

Colledara non conta che poco più di cento abitanti; ma, benchè il villaggio sia così piccolo, pure è diviso in due parti:. una più alta e una più bassa; ed ha due nomi: quello di Colledara, che appartiene in proprio alla parte più bassa, e serve, oltre a ciò, a indicar tutto il villaggio nel suo insieme, e quello di Capo di Colle, che è il nome della parte più alta, o, diremo, dell' acropoli. E qui sorge, circondata di tugurii e d'ulivi, la mia casa paterna, o «il palazzo», come lo chiamano i contadini.

************************

Sommario

Introduzione e indice

Testo: 1 - Colledara e il Gran Sasso; 2 - I nonni; 3 - L’eccidio di Brozzi; 4 - L’Italia una e indipendente. Garibaldi; 5 - I briganti; 6 - La famiglia si trasferisce a Teramo; 7 - La madre di Fedele; 8 - Il padre di Fedele; 9 - Lo studio del padre; 10 - Le persone del villaggio; 11 - La chiesa di Colledara; 12 - Il pranzo; 13 - Il ballo; 14 - La vita a Colledara

torna su